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Un fine settimana di arrampicata a Finale Ligure

Aggiornamento: 2 lug 2024

Ciao bella gente!

In questo post vi vorrei parlare un po’ del fine settimana a Finale Ligure, verso fine settembre, primi di ottobre. Innanzitutto vorrei sottolineare che siamo andati al risparmio e quindi abbiamo deciso di optare per un campeggio con la mia solita tenda: diciamo che fa il suo “porco” lavoro!

Lascio qui una lista delle cose che abbiamo usato per il campeggio (ne seguiranno altre sulle varie attività):

  • Tenda

  • Materassino

  • Sacco a pelo (non usato per il caldo)

  • Sacco lenzuolo

  • Infradito (doccia)

  • Dentifricio

  • Spazzolino

  • Repellente insetti

  • Torcia frontale

  • Lampadina tenda

  • Rotolo di carta igienica (portatelo intero se dovete dividerlo con altri)

  • Shampoo

  • Balsamo

  • Bagnoschiuma

  • Detergente intimo

  • Telo tartarughe (sarebbe quello che metto sotto alla tenda)

  • Prolunga

  • Caricatori vari


Da portare sempre, invece:

  • Costume da bagno (non si sa mai!)

  • Farmaci

  • Borracce termiche

  • Kit di primo soccorso

  • Sali minerali da sciogliere in acqua (si suda, gente!)


Per l’arrampicata:

  • Rinvii

  • Corda (consiglio 80m per permettersi tutte le vie)

  • Pilot (o altro assicuratore)

  • Imbrago

  • Reggiseni sportivi (non usati perché ho arrampicato in costume)

  • Caschetto

  • Tape

  • Compeed

  • Opinel

  • Vestiti arrampicata (se non ero in reggiseno, figuriamoci i vestiti!)

  • Scarpette


  • Per andare in giro:

  • Vestiti caldi per la sera

  • Mutande in cotone

  • Borracce e acqua

  • Costume

  • Ciabatte (noi abbiamo fatto barefoot sull’asfalto e non abbiamo perso i piedi: 10 punti all’asfalto di Pietra Ligure!)

Parte relativa alla roccia che si incontra:

La nascita di un territorio raccontata dalle rocce

In un’area di pochi kmq, nel territorio di Finale Ligure, affiorano le principali serie stratigrafiche che caratterizzano il dominio Brianzonese ligure.

Un piccolo affioramento in loc. Le Manie è l’unico rappresentante delle antiche rocce cristalline (Gneiss) che emergono grazie ad una finestra tettonica.


Le rocce del Finalese

Il tegumento permocarbonifero è caratterizzato da rocce metamorfiche come gli scisti di Gorra, derivati dalla trasformazione di rocce sedimentarie, e di rocce vulcaniche andesitiche come la formazione di Eze, dal caratteristico colore verde pistacchio o rossastro. Notevoli sono gli affioramenti dei porfiroidi del Melogno che testimoniano un’intensa attività vulcanica.


Queste antiche rocce sono coperte da una serie sedimentaria che inizia quando cessa il vulcanismo permiano e il mare comincia ad avanzare. Si hanno quindi depositi di spiagge emerse che daranno origine al Verrucano e le quarziti di Ponte di Nava dal colore bianco verdolino. Seguono le dolomie triassiche di S. Pietro ai Monti, riconoscibili dal colore grigio con venature bianche che rappresentano depositi di mare basso in continua subsidenza in un clima di forte evaporazione. Successivamente ad un periodo di emersione delle terre si ha nuovamente deposizione di sedimenti marini dovuta alla distensione della crosta terrestre ed è in questa fase che si formano i calcari marmorei della Val Tanarello grigio-rosa che affiorano sulle falesie del Capo Noli.


Bisogna giungere all’Oligocene per scoprire il complesso di base della Pietra di Finale, caratterizzato da conglomerati ed arenarie, ed è solo circa 20 M.A.di anni fa che si deposita, per circa 220m di spessore, la vera Pietra del Finale, in un golfo che sprofondava, in cui le acque calme e calde ospitavano una rigogliosa fauna. Si tratta di una roccia calcarenitica ricca di gusci di conchiglie frammentati, coralli, denti di squalo o resti di echinodermi ed altri organismi marini che l’hanno resa unica e ricercata in tutto il mondo. FONTE: https://www.mudifinale.com/paesaggio/le-rocce-del-finalese/

E ora vi racconto l’avventura!


Siamo partiti il sabato mattina presto per arrivare alla prima falesia, diretti, alle 10 circa. Sì, alle 10 al parcheggio, per raggiungere la detta falesia, che vi svelerò a fine racconto, ci siamo fidati al decimo senso: quello della disperazione. Infatti da un avvicinamento di 40 minuti siamo riusciti a tirare fuori due ore di giro. Il lato positivo? Abbiamo visto una ex falesia ad anfiteatro e avevamo sempre la vista sul mare.

Come si chiama dunque la falesia della discordia? Un’odissea per arrivarci e… eccola!

Arene candide – Falesia delle cento corde https://www.finaleoutdoor.com/it/trails-walls/arene-candide-falesia-delle-cento-corde: raga, in Liguria, o almeno nelle falesie che abbiamo frequentato, sognatevi di capire che tiro state realmente facendo! Zero placche (io ne ero contenta, il mio moit un po’ meno).




Dopo aver sudato tutte le camicie che avevamo lasciato a casa, più quelle di amici e parenti ci siamo diretti al campeggio e ci siamo piazzati. Vi devo dire che l’area era molto bella e aveva pure una panchina (altro che il campeggio all’Isola D’Elba dello scorso anno!) e oltre a quello un rubinetto con acqua potabile – una manna! (A parte che eravamo sporchi da far schifo)



Finiti i lavori, il mio socio voleva assolutamente fare compere: abbiamo girato i negozietti di Finalborgo alla ricerca di un paio di scarpette e provato un imbrago. Ma si sa, le decisioni definitive vanno prese solo dopo una pausetta, e quindi aperitivo con birretta (a prezzi onestissimi)! Ci siamo anche divertiti con le prove dell’imbrago, forse più io che facevo il video che lui a provarlo 😉



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La sera siamo stati invitati a cena dai nonni del moit, quindi Pietra Ligure. Un consiglio: prima di fare giri assurdi a cercare mille chiese, arrivate davanti alla ZTL, qui troverete un parcheggio a pagamento, mentre aggirandola verso destra ce ne sono di gratuiti.

Niente doccia perché eravamo esausti!


Ci svegliamo quasi senza sveglia la mattina dopo, andiamo in esplorazione di una nuova falesia. Allora, quattro italiani e tutti gli altri erano tedeschi: pane per i miei denti, trapano nei timpani di Sam, il moit. La falesia è molto bella, anche qui zero targhe. Il bello? Passa da tratti di fessura e un po’ fisici a pura placca. La varietà non manca assolutamente! Pranziamo e Sam scopre che la mia corda è anche un ottimo materasso.

Questa falesia è bella semplice da raggiungere, ma se volete parcheggiare il più in alto possibile anche la vostra auto deve essere bella alta! Ecco a voi la falesia. Rocca di Perti – Parete delle gemme https://www.finaleoutdoor.com/it/trails-walls/rocca-di-perti-parete-delle-gemme


Torniamo dalla falesia e andiamo direttamente verso Pietra Ligure, ci facciamo un puccino (io un po’ in realtà), birretta e partiamo. Un consiglio: partite la sera dopo cena per trovare meno traffico, non siate come Sam e Alessia che non sapevano questa cosa!



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