E così sono diventata anche facilitatrice mindfulness
- Alessia Masciocchi
- 30 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min

La Mindfulness per uscire dal tunnel
Quando si sta male ci si trova smarriti ma si vedono anche nuove strade da percorrere: questo è il mio caso. Ho deciso di intraprendere un corso per Facilitatore di Mindfulness non solo per poterlo praticare come professione, ma prima di tutto per aiutare me stessa in un momento di crisi.
Come potete leggere sul mio blog, ho affrontato altri corsi per riuscire a riprendere in mano la mia vita. Inoltre, io vivo di formazione continua: sia per quello, che perché sono “dipendente dallo studio”. Non diceva mica Odisseo: “Fatti non foste a viver come bruti, ma a seguir vertute e canoscenza”?
Il mio percorso e i primi schiaffi
Devo ammettere che il mio percorso non è stato propriamente normale, dire “non facile” sarebbe banalizzare il tutto: mi sono trovata in difficoltà dalla prima meditazione. Perché? Essendo una persona iperattiva (sì, ADHD presente) ho trovato molto difficile in primo luogo stare seduta per 10 minuti; poi ascoltare il respiro senza modificarlo mi ha mandata letteralmente in tilt.
Altre problematiche durante il percorso
Chi mi conosce sa che combatto contro i DCA (di ogni tipo) da almeno 10 anni, chi non mi conosce ora lo sa.
Bene, mi sono trovata davanti a un modulo (teorico) completamente sull’alimentazione. Devo dire che mi sono trovata bloccata anche nella pratica per via di traumi passati. Non è la prima volta che mi avvicino al mondo della Mindfulness, e devo sottolineare che nel passato sono stata tanto turbata e spaventata.Perché vi dico tutto ciò?
Un percorso di Mindfulness, oltre a dover essere portato avanti a vita, all’inizio non è mai facile: ognuno potrebbe trovarsi a dover far fronte a blocchi che nemmeno sapeva di avere.
La Mindfulness non è acqua di rose: certi mostri riaffiorano e noi dobbiamo portare pazienza, accettarli e non giudicarli. Questi sono solo alcuni dei principi.
Ho deciso di iniziare questo post sul mio percorso di Mindfulness in questo modo per avvertire tutti delle difficoltà che si possono incontrare nel percorso.
Un breve elenco sul corso di Mindfulness Educators come Facilitatore
Modulo 1: Comprendere le nozioni di base della Mindfulness
Modulo 2: Come entrare nell’ottica mindful e controllare la propria direzione
Modulo 3: Lo stress, il sistema nervoso
Modulo 4: I fondamenti della pratica e la pratica informale
Modulo 5: Trappole mentali, esperienze comuni, introduzione alla pratica formale
Modulo 6: Corpo, scansione corporea, dolore. Pratica formale
Modulo 7: Mindfulness e alimentazione. Pratica formale
Modulo 8: Mindfulness in movimento: yoga, camminata.
Modulo 9: Pensieri, emozioni, autostima
Modulo 10: Sofferenza emotiva e ansia
Modulo 11: Relazioni e ascolto consapevole
Modulo 12: Il cambiamento: pianificarlo, comprendere le fasi e accettare le ricadute
Modulo 13: Insonnia e abitudini nocive
Modulo 14: Bambini, educazione e coaching
Quindi, il corso è diviso in 14 moduli. Sopra ho cercato di sintetizzare gli argomenti prevalentemente della parte teorica, anche se dovrei sottolineare che nella stessa settimana (modulo) vi sono delle pratiche formali e informali mirate.
La parte più importante di un percorso di mindfulness è tenere un diario: si può scrivere qualsiasi cosa che ci passa per la testa durante una sessione, oppure dei sentimenti, delle emozioni.
Conclusione
Consiglio vivamente a tutti di intraprendere un percorso di mindfulness. Ci sono molti protocolli anche clinici che sono basati su questa disciplina e la varietà degli argomenti copre la maggior parte delle problematiche dell’era contemporanea.
Prossimamente inizierò una rubrica sulla Mindfulness: #staytuned
Domanda al lettore:
Hai mai pensato di avvicinarti a un percorso del genere? Senti che, durante la tua vita, hai già maturato delle skill simili?
Se vuoi ulteriori informazioni sul corso, non esitare a contattarmi!








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