"Il potere degli ipersensibili" - Christel Petitcollin
- Alessia Masciocchi
- 11 lug 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Ciao bellezze!
Oggi non è l’otto luglio, ma ciò non significa che non ci sia la recensione del mese! Giugno non ha dato buoni frutti: sono stata molto presa con un solo libro molto ma molto importante – oltre ad altre cosette, quindi vi propongo un libro che ho letto a maggio: per fortuna ho sempre un asso nella manica!
Il libro in questione è “Il potere nascosto degli ipersensibili” di Christel Petitcollin. Me lo regalò mia madre anni fa e non lo lessi fino a maggio, quando decisi di rispolverare il Kindle – l’ultimo regalo del mio nonno paterno.
L’autrice
Vi elenco giusto alcuni fatti sull’autrice, in modo che possiate comprendere da soli di che stampo sia il libro. Se la doveste cercare su Google il primo risultato sarebbe “biografa”. Approfondire, quindi, è necessario.
Sul suo sito non ci sono biografie (link: https://www.christelpetitcollin.com/) ma si definisce come “scrittrice, consulente e formatrice nella comunicazione e nello sviluppo personale”.
È formata in:
PNL (Programmazione Neurolinguistica),
Ipnosi Ericksoniana (https://www.topdoctors.it/dizionario-medico/ipnosi-ericksoniana/),
Analisi Transazionale (https://www.psicologodibase.com/approcci-psicoterapeutici/analisi-transazionale.html),
Metodo ESPERE di J. Salomé (FR: https://www.j-salome.com/espere/concepts)
TPU (Terapia Provocatrice Umanista) di F. Farelly (https://wikipnl.fr/index.php?title=Th%C3%A9rapie_provocatrice)
Il Termine "Iperefficienti"
Il termine utilizzato maggiormente nel libro, diversamente da ciò che si ritrova nel titolo, è “iperefficienti”. Vengono chiamate così le persone molto sensibili. Prima di entrare nel nerbo del libro l’autrice ci rende partecipi della motivazione, citando alcune alternative e spiegando la sua decisione di scartarle:
Ipersensibili (solamente nel titolo)
Questo termine è accurato, ma spesso viene visto in modo negativo, suggerendo debolezza o fragilità – quindi porta con sé una connotazione negativa.
Super-sensibili:
Questo termine può far pensare a una sensibilità estrema e incontrollabile, che non riflette sempre la realtà. Non suggerisce equilibrio e forza, valori necessari per l’autrice.
Empatici:
Anche se molte persone sensibili sono empatiche, non tutte si identificano con questo termine. Inoltre, l’empatia non corrisponde inequivocabilmente alla sensibilità.
Quindi, optando per "iperefficienti", si è voluto evidenziare le capacità cognitive e emotive superiori alla media di queste persone, spostando l'attenzione verso i loro punti di forza.
Nella mia recensione utilizzerò la sigla DX (destra) per riferirmi a questa categoria di persone
Il libro
"Il potere nascosto degli ipersensibili" di Christel Petitcollin mira a supportare e valorizzare le persone con una grande sensibilità emotiva; è suddiviso in tre sezioni principali:
PARTE PRIMA “Un’organizzazione mentale naturalmente sofisticata”
In questa prima parte, l'autrice esplora il funzionamento del cervello dei DX, mettendo in luce la loro capacità di elaborare le informazioni in modo approfondito e dettagliato. Petitcollin descrive come abbiano una percezione più acuta e una capacità di riflessione più complessa rispetto alla media. Questo permette loro di cogliere sfumature e dettagli che possono sfuggire agli altri. La sezione pone l'accento sull'importanza di comprendere e accettare questa particolare organizzazione mentale per sfruttarla al meglio.
PARTE SECONDA: “Una personalità originale”
La seconda parte del libro si concentra sulle caratteristiche della personalità dei DX: Petitcollin discute la loro empatia, la profondità emotiva, la creatività e la capacità di connettersi profondamente con gli altri. L'autrice sottolinea come queste qualità possono portare sia a grandi soddisfazioni sia ad altrettanto grandi sofferenze (come la vulnerabilità allo stress e alla sovrastimolazione). Questa sezione mira a far comprendere ai DX la loro unicità e a valorizzare le loro doti personali.
PARTE TERZA: “Vivere bene con la propria iperefficienza”
Nell'ultima parte del libro, la scrittrice francese offre consigli pratici su come gli ipersensibili possono vivere in modo equilibrato e soddisfacente: tramite strategie per gestire lo stress, migliorare la propria autostima, stabilire confini sani nelle relazioni e trovare un equilibrio tra la necessità di solitudine e il desiderio di connessione. Petitcollin incoraggia gli ipersensibili a riconoscere il valore della loro iperefficienza e a utilizzarla come risorsa per una vita piena e gratificante.
un'analisi generale
Punti di forza
Empatia e validazione
Petitcollin mostra una profonda comprensione delle esperienze vissute dalle persone DX, offrendo un sostegno empatico: fondamentale per il benessere emotivo; dimostra inoltre come l'accettazione delle emozioni possa diventare un trampolino di lancio per il successo personale.
strategie pratiche
L’autrice fornisce numerosi consigli pratici e strumenti concreti per gestire lo stress e l'ansia. Dalle tecniche di respirazione profonda ai metodi di rilassamento, il tutto per migliorare la qualità della vita. E non servono solo ai DX!
valorizzazione delle qualità uniche
Vi è una bellissima celebrazione della bellezza e la forza della sensibilità. La scrittrice francese incoraggia i lettori a vederla come una risorsa preziosa. Promuove anche una visione positiva e valorizzante della sensibilità, mostrando come le peculiarità individuali possano diventare fonte di creatività e ispirazione.
Le criticità del libro
mancanza di dati scientifici
Uno dei principali limiti del libro è la mancanza di riferimenti a studi scientifici. Molte delle affermazioni di Petitcollin si basano su osservazioni personali piuttosto che su ricerche rigorose. Un esempio? “Le persone DX hanno una maggiore intuizione”. Sì, potrebbe anche essere vero, ma non sostiene l’affermazione con adeguate evidenze scientifiche.
generalizzazioni
Il libro tende a fare affermazioni generali che non tengono conto delle differenze tra le persone DX. Non tutti vivono le stesse esperienze o reagiscono allo stesso modo. Ad esempio, Petitcollin dice che le persone DX evitano sempre i conflitti, ma in realtà le reazioni possono variare molto da persona a persona. (Per maggiori informazioni paragrafo BPD)
approfondimento teorico limitato
La panoramica generale sull’“ipersensibilità” è decente, ma si può affermare che venga esplorata solo in superficie. Immaginate solo la differenza tra fare snorkeling con il boccaglio e fare immersioni con le bombole d’ossigeno: non sono due esperienze diverse?
Ci “sbatte in faccia” una teoria secondo la quale le persone DX utilizzano di più un emisfero rispetto che un altro, e quale se non il destro? Per questo motivo ho deciso di utilizzare la sigla DX per raggruppare queste menti, che sono circa il 30% della popolazione (su quali basi?). L’autrice specifica che l’emisfero destro è associato alla creatività e all’intuizione, mentre quello sinistro – utilizzato dal 70% della popolazione – è prettamente razionale. Partendo da questa teoria, l’autrice cerca di spiegarsi e spiegare come mai alcune persone siano sia sensibili che creative e intuitive.
Quindi tanti pesciolini e pochi fondali?
Collegamenti con i disturbi della personalità e le neurodivergenze
Sì, nel libro viene accennato molto spesso il BPD (Disturbo di Personalità Borderline), ma vengono accennate anche le neurodivergenze (come autismo e ADHD). Bellezze, non voglio fare la guastafeste, ma dobbiamo ricordarci di non fare di tutta l’erba un fascio!
Le persone affette da BPD tendono a manifestare una sensibilità emotiva molto intensa, ma non è per niente vero il contrario. (BPD ➡ emotivo 🆗// emotivo ➡ BPD ❌)
Be’, le strategie di gestione emotiva che ci vengono presentate non sono male, ma l’emotività è solo uno dei tanti aspetti di un disturbo complesso come il borderline. Detto ciò, la validazione emotiva e le tecniche di rilassamento risalgono al secolo scorso, soprattutto con la nascita della psicologia comportamentista e della DBT – cose da niente, no?
Vi ho accennato anche alle neurodivergenze: qui si fa riferimento ai disturbi dello spettro autistico e al disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Le persone neurodivergenti spesso hanno una risposta diversa agli stimoli rispetto alle neurotipiche.
Disclaimer: tutto ciò che “etichetto” è riportato tale e quale al libro. Se doveste trovare discordanze con la terminologia in uso, ricordate che il libro è stato pubblicato nel 2016, prima ancora dell’uscita dell’ultimo DSM-5
Conclusione breve ma intensa
Sono esausta dalla recensione del libro, ma la sua lettura è tutto il contrario: mi è sembrato di venire avvolta in una coperta ponderata appena lavata, di non sentire più un senso di vuoto e di incomprensione totale del mio essere. Consiglio quindi questo libro a chi vorrebbe un supporto emotivo e ha bisogno di sentirsi sia unico che solo. Non lo consiglio invece a chi ha solide basi scientifiche e vuole fare un approfondimento.
Alcune fonti citate nel libro:
Linehan, M. M. (1993). Cognitive-Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder.
Aron, E. N. (1997). The Highly Sensitive Person: How to Thrive When the World Overwhelms You.
Acevedo, B. P., Aron, E. N., Aron, A., Sangster, M. D., Collins, N., & Brown, L. L. (2014). The highly sensitive brain: an fMRI study of sensory processing sensitivity and response to others' emotions. Brain and Behavior, 4(4), 580-594.








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