"La Volpe" - Nino Chiovini
- Alessia Masciocchi
- 20 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
NINO CHIOVINI
Nato a Verbania nel 1923, deceduto a Verbania nel maggio del 1991, perito chimico, storico della Resistenza.
Diplomatosi si era trasferito nel Milanese, a Cuggiono; qui il giovane chimico ebbe i primi contatti con antifascisti. L’8 settembre 1943 la decisione di entrare nella Resistenza. Raggiunte le alture della Val Grande sovrastanti Verbania, organizza una formazione partigiana che si chiamerà “Giovane Italia” e che si trasformerà in una “volante”, poi collegata alla 85ma Brigata Garibaldi “Valgrande Martire”. Sopravvissuto ai rastrellamenti delle SS e all’eccidio di Trarego del giugno 1944 (300 i partigiani morti), Chiovini si batterà contro i nazifascisti e parteciperà alla costituzione della “Repubblica dell’Ossola” col nome di battaglia di “Peppo”. Con la sua “volante” contribuirà poi alla liberazione di Verbania e di Cannobio. Si è impegnato a tener vivi i valori della Resistenza collaborando all’Istituto storico della Resistenza P. Fornara di Novara e scrivendo, con l’appoggio dell’editore Vangelista, documentati e partecipi testi storici sulla lotta contro i nazifascisti nel Verbano Cusio Ossola. A Nino Chiovini è intitolato un classico sentiero di trekking tra l’Italia e la Svizzera, organizzato dalla “Casa della Resistenza – Parco della Memoria e della Pace” di Fondotoce.
NOTA DELL’AUTORE
“Se ben ricordo, scrissi queste pagine (…) tra il 1948 e il 1950, quando avevo in mente ogni particolare della vicenda descritta”. Aggiunge poi che il racconto, intitolato in modo non totalmente convinto “La Volpe”, rimase scritto a mano con delle correzioni prevalentemente atte all’uniformità dello stile fin dopo la sua morte.
IL LIBRO
Il libro “La Volpe” di Nino Chiovini può essere considerato “libro” solo nell’ottica della recente pubblicazione, voluta postuma dall’autore stesso, e tradotta in inglese (da Rocco Minerva) e in tedesco (da Tim Shaw).
In realtà si tratta di un breve racconto dallo stile calzante e dal linguaggio molto colloquiale. Parla della Resistenza Partigiana nelle zone della Val Grande (Verbano-Cusio-Ossola).
Personalmente conosco molto di più la storia di quanto trattato in queste poche pagine, ma lascio al lettore la possibilità di fare ricerche maggiori. LE TRADUZIONI
Se la traduzione inglese conserva a pieno lo stile che lo stesso Chiovini ha sottolineato come importante, quella tedesca lo tralascia notoriamente. Conosco bene entrambi i traduttori: ci siamo trovati una sera in un bivacco della Val Grande e abbiamo discusso del libro.
Si è inoltre tenuta un’escursione sulle tracce di questa strage, con la lettura del libro e pause di riflessione. Quest’iniziativa dell’Ente Parco Valgrande e della Casa della Resistenza hanno permesso a questo racconto postumo di trovare una “via di lancio” nei negozi di libri, soprattutto della zona. RECENSIONE
Un libro che consiglio a tutti: non solo per la storia vera che ha un ruolo importantissimo, ma anche come esercizio linguistico, come ricerca dello stile di un tempo, come comprensione di emozioni attraverso un susseguirsi di frasi scisse che nascono proprio dal colloquiale. Un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta, anche solo in italiano. Un libro da divorare, ma anche da rileggere attentamente.








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