Dimissioni da Piancavallo - Disturbi Alimentari
- Alessia Masciocchi
- 7 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Ciao bellezze,
A praticamente due settimane dalle mie dimissioni dal ricovero nel reparto Disturbi Alimentari a Piancavallo ho trovato l’ispirazione giusta per raccontarvi qualcosa.
L’ispirazione? Un mio messaggio: “(...)Spero che questa fatica sbocci in bei fiori”.
E no, non sono sbocciati bei fiori: né lì dentro, né tornata a casa.

Per prima cosa vi elenco giusto alcune delle motivazioni che mi hanno portata a interrompere il mio percorso:
L'insofferenza verso il ricovero stesso;
La perdita di una visione nitida della realtà;
La stanchezza mentale del terzo ricovero in un anno;
Il non riuscire a essere collaborativa
In un messaggio a un caro amico, il martedì in cui ho chiesto le dimissioni, h scritto: “Dove sono arrivata è già tanto: sono comunque al terzo ricovero di quest'anno e la terza volta che mi metto in gioco. (...) Non è una sconfitta, poi boh. La vita dura mi aspetta.” e sì: non è come nei film che fanno sembrare tutto facile, è invece mettere in pratica gli insegnamenti nella vita quotidiana la vera lotta
Vi racconto un po’ il mio ultimo giro medici!
Sono entrata, la prima domanda è stata: “Come stai?”: non ho retto, stavo troppo male per continuare a tenermi tutto dentro. Ho detto di non star per niente bene e di essere insofferente verso tutto il ricovero (avrei dovuto dire: “Cibo a parte”) e di sentirmi completamente persa (…)
La psichiatra responsabile del reparto mi ha proposto un bellissimo paragone tra un ricovero e un’operazione chirurgica, con l’intento di farmi rendere conto che un ricovero non è efficace se non ci sii “arrende” alle cure come durante un’operazione chirurgica.
Sì, cibo a parte perché tutto sommato il cibo a Piancatraz è stato il migliore dei tre ricoveri.
Il martedì ho chiesto le dimissioni per il giorno seguente: le hanno accettate. Vi vorrei ancora ringraziare in qualche modo!
Comunque, il mercoledì mi hanno lasciato il foglio delle dimissioni contenente tutto il percorso, i gruppi a cui ho partecipato, le terapie seguite e la diagnosi principale. Sarebbe stato possibile richiedere la cartella clinica cartacea al costo di 30€, ma non la reputavo necessaria.
E questo è quanto! Scriverò altro su Piancavallo, ma prima pubblicherò articoli sulle mie passioni. Saluti!







30€ per avere la propria cartella clinica NO COMMENT PERCHÉ SE COMMENT BRUTTO COMMENT. Comunque hai fatto quello che ti sentivi e hai fatto bene a volte la strada giusta per gli altri non è quella giusta per noi. Daje tutta Ale!
Ne uscirai! Io ci credo